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Dopo la Torino-Asti, nel 1900 Padova è stata sede della prima corsa-record di velocità ‘Targa d’oro’ su un percorso di 10 chilometri lungo la strada che conduce al paese di Bovolenta.

Nel gennaio 1990 Luigi Montobbio scrisse questo articolo nel primo numero della Rivista.

Putroppo, non abbiamo trovato in rete una pagina sulla persona del Montobbio.

Targa d’oro

Padova fu tra le prime città a subire il fascino dello sport motoristico grazie soprattutto all’attività di Enrico Bernardi che nel 1894 con un motorino a benzina costruiva la prima automobile italiana a tre ruote. Prima che il secolo finisse Antonio Nosadini, tecnico e collaboratore del Bernardi, partecipava su macchine Miari e Giusti, con motore Bernardi, alla famosa “Torino-Asti-Alessandria-Torino” del 17 luglio 1898.

Quindi a Padova fu un fiorire di importanti competizioni tra cui la corsa di 240 chilometri del 1899 e finalmente nel 1900 la prima corsa-record di velocità “Targa d’oro” di 10 chilometri sul rettilineo Padova-Bovolenta: era organizzata dall’Unione Automobilistica Veneta (UAV), che era stata fondata in quello stesso anno con sede in Padova per riunire, come diceva il regolamento, gli automobilisti al fine di incoraggiare e diffondere lo sport automobilistico.

Quella prima Padova-Bovolenta fu vinta da un francese, il parigino Gastè Louis. Le successive “Targa d’oro” furono appannaggio del fiorentino Tonietti nel 1901 e del famoso Vincenzo Florio di Palermo che colse l’alloro per tre anni consecutivi (1902, 1903, 1904).

Enrico Bernardi

1908

La notorietà della Padova-Bovolenta raggiunse l’apice nel 1908. Fu un appuntamento primaverile, si corse il 5 aprile, e vide in lizza le Case automobilistiche più famose: Fiat, Isotta Fraschini, Itala, Züst, Junior, Lancia e altre e un manipolo di avventurosi piloti già acclamati dal pubblico: Nazaro, Lancia, Minoia, Trucco, Maggioni…

Avrebbe dovuto parteciparvi sulla sua Züst anche Leonino da Zara, valentissimo pilota e pioniere del volo, ma essendo presidente dell’Automobile Club Veneto di Padova dovette rinunciare per dedicarsi completamente al settore organizzativo.

Si trattava di una corsa di velocità sui dieci chilometri aperta a sei categorie con partenza dalla discesa del ponte di Salboro; a Bovolenta, sbrigate le formalità dei controlli, la gara riprendeva all’inverso per concludersi a Salboro davanti alle tribune appositamente allestite.

Manifesto

Piloti e sponsor

L’organizzazione aveva agito alla grande con ampia propaganda. Si era scomodato addirittura un pittore di vaglia, Mario Cavaglieri, che dipinse il bellissimo “cartello-réclame” (come si scrisse sui giornali) stampato nello stabilimento Prosperini e diffuso in tutta Italia; Cavaglieri disegnò pure le targhe messe in palio, incise dal cesellatore Guelfi di Milano.

Le Case di pneumatici Michelin e Continental gareggiarono nel concedere premi: la Michelin mise a disposizione una somma ragguardevole, 1500 lire ed una targa d’oro da destinarsi al pilota che avesse ottenuto il migliore tempo.

L’avvenimento richiamò a Padova schiere di appassionati e un corridore, Gritti, iscritto con una Junior 18 HP, prenotò all’albergo Stella d’oro per sé e la sua comitiva di amici e collaboratori ben venti stanze.

Vincenzo Lancia

Due erano i motivi, come sottolineavano i giornali, che rendevano particolarmente attesa la competizione.

Il primo era dato dall’iscrizione del famoso corridore Vincenzo Lancia al volante di una vettura quattro cilindri uscita dalla sua nuova fabbrica fondata a Torino due anni prima, nel 1906, appena dopo essere tornato dagli Stati Uniti dove al volante di una Fiat aveva colto un secondo posto nella Coppa Vanderbilt; giungeva a Padova anche come trionfatore, sempre nel 1906, della Targa Florio.

Il fatto curioso era che Vincenzo Lancia era ancora restio a scendere in gara con vetture da lui costruite.

Vincenzo Lancia

Personaggi famosi

Ma volle tentare nella Padova-Bovolenta e fu saggia decisione perché il pilota vercellese vinse nella sua categoria, la seconda, alla media di chilometri orari 87,019.

Con questo successo padovano Vincenzo Lancia apriva l’albo d’oro della sua prestigiosa Casa.

Il secondo motivo d’attrazione fu l’annuncio dato dal giovane conte Dal Torso di Udine, 27 anni, di tentare di battere il record mondiale sui 10 chilometri, correndo però fuori gara perché il regolamento della Padova-Bovolenta escludeva le vetture molto potenti.

Il Dal Torso si presentava con una macchina famosa: la Itala 120 HP di colore rosso fiammante che aveva acquistata dal corridore Cagno con la quale questi aveva vinto nel settembre precedente la Coppa Florio a Brescia.

Itala 120 HP

Incidente…

Avvenne però che il giovane friulano non partì immediatamente dopo le vetture più potenti, ragion per cui gli fu proibito di prendere il via per non creare intralci e incidenti con le vetture appartenenti alle categorie minori.

Alle promesse da lui date che avrebbe coperto il percorso come passeggero, lo si lasciò partire.

Verso la fine del rettilineo per non cozzare contro un’altra vettura, il Dal Torso sterzò bruscamente investendo alcune persone una delle quali, un ragazzo di 15 anni, decedette.

Immancabili le inchieste, le vibrate proteste dei benpensanti contro il modo di gestire l’ordine pubblico, contro l’invadente (a quei tempi!) progresso automobilistico.

Risultati finali

La Padova-Bovolenta fu dominata nella categoria più potente (la sesta) da una vettura che non poteva fallire il bersaglio: la Isotta Fraschini guidata da Vincenzo Trucco di Milano che compì i dieci chilometri alla media oraria di 122,532.

Secondo, sempre su Isotta Fraschini, Ferdinando Minoia di Milano, media 120.

Nelle altre categorie vinsero:

  • nella prima De Vecchi di Milano su De Vecchi, media 63,683;
  • nella seconda, s’è già visto, Vincenzo Lancia, media 87,019;
  • nella terza Maccagno di Bergamo su Esperia, media 80;
  • nella quarta Alessandro Brigo su Bianchi, media 87,655;
  • nella quinta Luigi Selvatico di Venezia su Itala, media 85,857.

Bovolenta passava così alla storia dell’automobilismo.

Padova - Salboro

Bovolenta

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