Un’altra penna illustre, nella schiera di quelle che firmavano gli articoli della nostra rivista, Dino Coltro, scrittore e poeta, nel gennaio del 1990 regalò questa curiosità nella rubrica ‘leggende e curiosità’.
Dove
A Cavaion, poco lontano dalla riva veronese del Garda, tra vigneti che ne respirano l’aria profumata di mirto e d’alloro, si trova il Pozzo dell’Amore.
Si tratta di un autentico monumento archeologico, ornato da una “vera” marmorea, tutta d’un pezzo, rigata all’interno da innumerevoli solchi, scavati dallo scorrere delle funi che servivano per attingervi l’acqua.
Ma la sua fama deriva dal fatto che custodisce una storia d’amore dai toni e dalle sfumature scespiriane. Per questo è diventato un luogo d’incontro degli innamorati che vi si accostano come ad un altare per deporvi un giuramento d’amore eterno, simile a quello di Paolo e Silvia, i protagonisti di una lontana vicenda, che la tradizione orale ha trasformato in mito e leggenda.
Posto a cavallo di un breve passo collinare del grande anfiteatro morenico, offriva, fin dai tempi dei tempi, acqua e ristoro ai viandanti che scendevano verso il lago, lungo una stradicciola serpeggiante tra vigneti e olivi, nella bellezza di un paesaggio incantevole.
La leggenda
Un giorno vi passò un giovane, e arrivato al pozzo, vide una fanciulla di straordinaria bellezza che attingeva l’acqua. Aveva i capelli sciolti sulle spalle, occhi neri e profondi, un volto dai lineamenti gentili, illuminato da uno sguardo fiero che, a tratti, si stemperava in un dolcissimo sorriso.
Così lo descrive la leggenda, trascritta dal Lenotti. Intorno, si sprigionava la magia degli alberi in fiore nella pienezza del sole gardesano, e dal vicino Moscal, scendeva un mite vènticello a increspare la superficie del lago.
l’incontro
Il giovane subì tutto il fascino di quella visione, si accostò alla fanciulla con il timore di rompere un incanto che aveva la trasparenza di una apparizione.
Le sue parole dolci, carezzevoli, accesero sul volto della fanciulla sorpresa e timore, per cui non lo ascoltò neppure; si caricò sulle spalle la pesante gerla con le secchie piene d’acqua e si allontanò con il passo di chi non vuol essere seguito.
il legame
Il giorno dopo, il giovane sconosciuto era di nuovo al pozzo; dal suo atteggiamento, si capiva che aspettava la fanciulla. Lei si avvicinò al pozzo con un vago turbamento, arrossendo. Dopo un momento di
sorpreso silenzio, scambiarono scarse e timide parole, insieme con i loro nomi, Paolo e Silvia. E da quel giorno i loro incontri al pozzo, si ripetevano con il calore di un amore struggente e appassionato.
la separazione
La gente notò i due giovani, qualcuno informò il padre di Paolo; egli apparteneva a un nobile casato, la sua famiglia possedeva terra uomini e animali; Silvia invece, non era che una povera contadina. Il nobile padre montò su tutte le furie, proibì al figlio di rivedere la ragazza. Non valsero le proteste di Paolo, le lacrime di Silvia, la disperazione dei due giovani innamorati: da quel momento, non poterono più vedersi.
il destino
Allora, il giovane disperato fuggì di casa, bussò al vicino convento di San Michele e chiese di farsi frate. Dopo qualche tempo, il superiore per provare la sua umiltà, lo mandò nei paesi vicini a questuare. Il destino lo condusse a passare davanti al pozzo nel momento in cui Silvia stava attingendo l’acqua, proprio come la prima volta che si erano incontrati.
l’epilogo
L’amore li percosse come un fulmine, schiantò i loro cuori, i sconvolse, li rese folli di disperazione. Abbracciati, si gettarono nel pozzo che rimbombò d’un rumore sordo e cupo. I corpi dei due innamorati furono sepolti ai piedi del pozzo che da allora, fu chiamato il “Pozzo dell’Amore”.
2022
Mette sempre un po’ di tristezza, vedere luoghi che portano storie e leggende attraverso i secoli, abbandonati all’obblio. Elementi che sono lì da sempre, e che si guardano con indifferenza come parte dell’arredo urbano, forse nemmeno conoscendo ormai, la loro storia…
Tuttavia, piuttosto di vedere questo pozzo coperto da ridicoli lucchetti, è preferibile che conservi il suo anonimato.