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Sandro Zanotto, del quale non abbiamo trovato un link biografico, scrisse questo articolo per la rivista, nel febbraio del 1990, nella serie di articoli sui Contrà Veneta.

Il nome: Montagnana

Nonostante il suo nome (sulla cui origine fervono le ipotesi degli studiosi di storia locale), Montagnana sorge nel cuore della pianura, in un vero crocevia in cui confluiscono le antiche strade che attraversano la «bassa» padovana. È quindi perfettamente conseguente a questa posizione geografica la sua vocazione a centro fortificato fin dal tempo più antico. Da qui la sua storia aristocratica e il suo ruolo direttivo sul territorio circostante.

Cinta muraria e Astrologia

La sua celebre cinta muraria (rivelata nel secolo scorso da Camillo Boito) non si nota quindi da lontano, come capita per i castelli sulle alture, ma ci balza addosso all’improvviso come un inaspettato sortilegio apparso da una evocazione magica.

Non sono espressioni retoriche, perché Napoleone Parolo, del Centro Studi sui Castelli di Montagnana ha scoperto da poco che il singolare orientamento obliquo della Rocca degli Alberi e del giro delle mura non è stato determinato da motivi geografici o strategici, ma è stato concepito esclusivamente su presupposti astrologici.

Montagnana 032 Veneto da Vedere

Nel segno del Leone

È una cerchia muraria nata sotto il segno del Leone.

Si tratta di un segno dello zodiaco che è divenuto animale araldico dal tono guerresco. È anch’esso uno dei simboli di antica nobiltà che abbiamo incontrato prima di arrivare alle mura da Vicenza, riferimenti agli uccelli che ancora nidificano tra queste pietre ormai solo decorative.

Abbiamo superato infatti il paese di Pojana Maggiore, dove il nome del falco comune nel Veneto è accoppiato a quello di un antico calendario rustico che si continua ai nostri giorni.

Siamo passati anche per Cicogna, il cui nome venne dato ad una delle torri delle mura. Qui una villa decaduta dal glorioso passato fa pensare al «Capitan Fracassa» che era barone di Sigognac. La sua colombaia ci conduce invece al toponimo ricorrente che si riferisce ai colombi. Non è casuale, perché nella canna vuota della torre del Mastio di castel San Zeno svolazzano numerosi i colombi, i cui avi remoti venivano allevati proprio qui come piccioni viaggiatori.

Uno dei loro discendenti, schiacciato sull’asfalto dalle auto del parcheggio, trova di nuovo la sua immagine di animale araldico, blasone di una famiglia scomparsa.

Montagnana oggi

[‘oggi’ riferito al 1990, ndr]

Queste mura, con il dominio della Repubblica Veneta e il conseguente spostamento del confine nel Cinquecento, sono divenute inutili sul piano militare.

Sono rimaste come simbolo urbano, divenute quasi stemma cittadino col Mastio di San Zeno, rappresentato da cento artisti antichi e mai riconosciuto dalla storiografia ottocentesca, come per un disegno di Giorgione in cui ancor oggi si vuol vedere le mura di Castelfranco.

Montagnana Giorgione La Tempesta

La città si riorganizza

Ora nel castello fervono i lavori di restauro, perché Montagnana moderna ha riscoperto il suo passato di città d’arte e nobiltà; con esso le sue mura. Nel Castello restaurato infatti dovrà sistemarsi il Museo protoveneto e archeologico, ora disperso in tre sedi di fortuna.

Nella Rocca degli Alberi si è invece sistemato un Ostello della Gioventù, in un progetto globale che tende a recuperare in senso moderno tutta la città antica, salvando dal degrado il centro storico bellissimo e tutto vincolato, ma nello stesso tempo salvaguardandolo dal pericolo dell’impoverimento economico e sociale.

Nel secondo dopoguerra infatti la città ha visto ridursi la sua vitalità economica, con un preoccupante calo demografico. Accanto ai piani di recupero urbanistico si stanno quindi realizzando iniziative economiche e la riqualificazione dei quartieri.

Montagnana - Rocca degli Alberi - Veneto da Vedere

Dentro l’anello delle mura si trova infatti un centro storico porticato di civile bellezza, il cui pregio principale, al di là degli edifici monumentali, è nella struttura urbanistica e nell’insieme. Molto opportunamente si sta attuando per esso un piano di viabilità che ne realizzi la piena valorizzazione, nel rispetto delle caratteristiche, cioè strade in ciottolo, marciapiedi in trachite, studio particolare dell’illuminazione.

Prosciutto di Montagnana

In questo centro, dalle finestre aperte di una bella casa liberty in via Matteotti, si vedono file di prosciutti appesi a stagionare. [nel 1990, ndr]

Poco lontana è la sede del Consorzio Prosciutto Veneto Berico-Euganeo, da poco consacrato D.O.C..

Montagnana è infatti la capitale del prosciutto dolce, avendo antiche tradizione in materia che anche escludono l’uso di qualsiasi additivo chimico.

Al prosciutto si accompagna la costituzione di una zona agroindustriale-commerciale che ha già richiamato grosse industrie nel comune e una centrale ortofrutticola che mira alla riqualificazione della prosuzione della zona, anch’essa di vecchie tradizione da recuperare.

Dentro le mura

Tutto il centro storico del resto mostra l’immagine di una città che vuole recuperare il suo passato senza divenire sonnolenta città-museo, ma conservando la spinta economica che ne determinò l’identità.

I suoi ottimi esempi di architettura civile si compongono in un insieme armonioso, ma anche fuori dalle mura si trovano esempi architettonici di straordinaria eleganza, come villa Pisani eretta su disegno del Palladio o quell’elegante casino di caccia detto «Loggetta del Veneziano».

Piazza Vittorio Emanuele II

Cuore della città è piazza Vittorio Emanuele II, ideale scenografia per il Duomo, che è un vero centro dei ricordi cittadini. Oltre che per la pala del Veronese, andrebbe visitato solo per la tela sulla battaglia di Lepanto, tanto fedele nella descrizione delle navi da essere ritenuta un ex voto di combattimenti montagnanesi a quella storica vicenda.

Personaggi di Montagnana

Queste memorie, oltre che a Venezia, ci riportano spesso a Padova, la città su cui gravitano anche i più illustri esponenti della cultura rinascimentale cittadina, che qui ebbe una buona fioritura.

Si possono citare il pittoresco Jacopo da Montagnana, Tifi Odasio padre della poesia «macaronica», oltre ad Alvise Lamberti, architetto e scultore che lavorò anche a Mosca.

Chiesa di San Francesco

È pure sede di ricordi cittadini la chiesa di S. Francesco, di cui si sono recuperati gli affreschi originali.

Il Municipio

Si è progettato inoltre il restauro del Palazzo del Municipio, particolarmente significativo perché fu la sede della Magnifica Comunità che segnò la svolta storica di Montagnana, da città fortezza a centro commerciale proiettato sul territorio dell’antica sculdascia longobarda.

Si costituì con la dominazione veneziana quando la città trovò la sua identità, quella che ora sta recuperando.

Proprio in seguito a questa nel 1497, revocata la scomunica sull’usura, arrivò anche qui S. Bernardino a fondare un Monte di Pietà, che veniva a sostituire i banchi ebraici presenti fin dal Trecento.

Il Palio di Montagnana

Attorno a queste mura dal 1977 si corre il Palio di Montagnana, in cui dieci fantini con le insegne dei dieci comuni della sculdascia cavalcano senza sella cercando di vincere un pallium decorato da un artista moderno.

Al secondo toccherà un gallo, al terzo un melone, ma forse gli daranno anche qualche altra cosa, visto che ora la vita è più cara che nel Medioevo.

E manifestazioni annesse

Nell’occasione si fa anche una mostra d’arte e Teatro in piazza», con testi letterari duecenteschi nell’«Arena Martinelli-Pertile» con la collaborazione del Prototeatro.

E un segno dell’intensa attività teatrale che caratterizza Montagnana, che tiene ottime stagioni al teatro Bellini, quello in cui cantarono anche i due tenori montagnanesi a cui è dedicata l’arena posta a ridosso delle mura.

Ricordi del Medioevo

La mutata identità cittadina non escludeva però il rapporto col passato medioevale: per questo le mura vennero salvate diventando segno distintivo nei confronti della campagna circostante.

Nella nostra epoca il richiamo medioevale avviene, oltre che attraverso le mura, anche nel «Palio dei 10 comuni», che si richiama alla liberazione dalla tirannide di Ezzelino II da Romano, che fu però quello che diede alle mura la loro struttura attuale.

Ezzelino

Pare che ad Ezzelino tocchi sempre il ruolo del tiranno sanguinario, sulla scia di una storiografia che lo accusava delle stesse nefandezze che praticavano gli altri signori del tempo, non riconoscendo invece mai l’assoluta novità della sua cultura politica e militare quale vicerè di Federico II.

Ma queste leggende fanno parte della storia non ufficiale di ogni città, come la vicenda di Giulietta e Romeo che a Verona ormai è divenuta fatto storico.

Non è forse per caso che Zeffirelli venne proprio sulle mura di Montagnana a girare il suo film sui due amanti shakespeariani.

Arena Martinelli Pertile Montagnana_Veneto da Vedere

Le manifestazioni locali

In questo clima fervido di proposte teatrali si inserisce anche «Athanor», il gruppo ultra/teatrale.

Le altre manifestazioni annuali di Montagnana si rivolgono a recuperare in senso moderno un passato più recente, come la mostra mandamentale dell’artigianato, rassegna delle notevoli potenzialità artigianali della zona, specializzate nel mobile in stile antico, oltre che nella ceramica, serramenti, lavorazione del ferro.

Antiquariato

In questo senso avvengono anche le mostre dell’antiquariato (a latere di quella di Casale Scodosia) e quella filatelico-numismatica.

Ha carattere di contatto col territorio la Marcialonga Veneta di 100 Km omologata «Gamba d’argento» che si svolge attraverso i Colli Berici o Euganei, cioè attraverso le aree del Consorzio del prosciutto.

Un carattere del tutto popolare ed eminentemente cittadino ha invece la festa patronale dell’Assuna che si tiene a Ferragosto attorno al Duomo, con le attrazioni popolari dei vecchi tempi, che ci riportano ai «Ricordi» di Bepi Famejo che, con le sue pagine in dialetto, è divenuto una memoria popolare della città.

Montagnana però guarda anche a più lontano e cerca frequenti scambi culturali con paesi esteri, che verranno favoriti e aumentati dalla costruzione della nuova superstrada Monselice-Legnago, che qui tutti attendono.

Speranze per il futuro

Per strano che possa sembrare, in questa città alcuni sembrano auspicare la confusione delle metropoli e hanno molto apprezzato che a Montagnana nel 1988 fosse dedicato un servizio su «Moto Sprint», ma non tanto che venisse
intitolato «Distensione».

Il locale Moto Club ha quindi colto l’occasione per riaprire una pista di Speedway e organizzarvi una competizione internazionale.

Molto più intonati al tono elegante che ancora traspare dalla città sono invece i concorsi ippici che vi si organizzano.

La tradizione dell’equitazione si fonda su una stazione di incremento ippico e ci sono progetti per costruire un residence per cavalli.

2022

Nel 2022, a 32 anni di distanza, la Monselice-Legnago si è fermata a… Carceri.

“Ragioniamoci sopra…”

Quanto all’auspicio di avere una ‘confusione della metropoli’, temiamo sia andata delusa.

Montagnana è una bella cittadina, da visitare, ma i ritmi di vita sono ancora -grazie al cielo- quelli calmi e tranquilli della campagna.

Malamocco

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