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Una rivista da collezione

Questa rivista patinata, pubblicata negli anni ’90 del XX° secolo, ci appassionò fin dal primo numero.

Allora giovani, scoprimmo molti luoghi della nostra regione grazie agli articoli dei suoi autori. Tutti autorevoli, ognuno nella propria materia.

Luoghi, personaggi, storia, leggende, curiosità, attualità (di allora), denunce, nostalgie. E molto altro, compresi gli immancabili cibo e vino.

Perdemmo gli ultimi anni della sua pubblicazione, assorbiti dal frenetico quotidiano verso il quale qui sotto Cibotto punta il dito.

Molti anni dopo, presi dal desiderio di recuperare, riuscimmo a trovare i numeri mancanti presso un commerciante di libri antichi. Che in questa sede ringraziamo.

Il fatto che una libreria specializzata in antiquariato avesse conservato una collezione di questa rivista, la dice lunga sul valore della stessa. Non ci stiamo riferendo al valore economico.

Trovammo quella libreria con lo strumento che dagli anni Novanta ha cambiato il mondo: Internet.

Abbiamo pensato di utilizzare lo stesso strumento, per divulgarne i contenuti, ritenendo fosse un peccato lasciarli cadere in un immeritato oblio.

Tributo a Cibotto

Riteniamo che il modo migliore per rendere omaggio a questa rivista, a chi la pensò e realizzò, sia pubblicare il primo editoriale del suo direttore: G. A. Cibotto.

G. A. Cibotto

Gian Antonio Cibotto, è stato giornalista, critico teatrale, scrittore, direttore teatrale, e critico letterario italiano.

Nato a Rovigo nel 1925, mancato nello stesso luogo, nel 2017.

Gian Antonio Cibotto

Laureato in Giurisprudenza a Padova, si trasferisce a Roma, approdando alla Rizzoli.

Nel 1954 scrive un resoconto della tragica alluvione del 1951.

Nel 1990 assume il ruolo di Direttore per la nuova rivista Veneto Ieri Oggi Domani, edita da Newton Stocchiero Periodici.

Riproduciamo il suo primo editoriale, che la presenta al pubblico.

Il ‘modello veneto

gennaio 1990

Intorno al ‘modello veneto‘, come è stato definito non senza compiacimento da chi si ferma al gioco delle apparenze, esiste una letteratura ormai nutrita. Per cui a mettere sotto accusa una definizione che astutamente lascia in disparte alcuni problemi (in dialetto: magagne), si rischia di venire catalogati sotto l’etichetta “nemici della patria”.

Perdita della tradizione e Ambiente

La realtà è che qualcosa non persuade nell’immagine lucente e ottimistica divulgata sotto la spinta di un benessero economico fino a ieri sognato.

Anzitutto la rinuncia ad un valore che si chiama tradizione, rappresentante l’unico punto di consistenza in una fase di mutamento così rapido da lasciare senza fiato protagonisti e comparse.

In secondo luogo il progressivo degrado di un ambiente che non si può più salvare affidandosi all’eterno vizio nostrano dell’improvvisazione.

Senza andare troppo per le lunghe, con rischio di cedere alla polemica di stampo politico, credo basti segnalare quanto è successo a primavera [1989 ndr] con il fiume Adige e più ancora quanto sta accadendo in materia di discariche.

Un problema malinconicamente aperto, che per troppi risvolti autorizza il sospetto circa la solidarietà esistente fra i Veneti.

Degrado del patrimonio artistico

La stessa cosa si può dire del patrimonio artistico che, giorno dopo gorno, si vanifica causa l’indifferenza degli uomini e l’azione corrosiva degli elementi, come insegnano le denunce a ripetizione degli studiosi e le proteste degli appassionati di storia dell’arte.

Ai quali, particolare assai più grave, c’è da aggiungere la serie crescente di interventi della stampa straniera, che proprio di recente ha usato espressioni molto forti, rasentanti lo sdegno, a proposito di Venezia, dei suoi monumenti architettonici e dei suoi capolavori pittorici.

Oggetto della nuova rivista

È su questi problemi scottanti che la nostra rivista Veneto Ieri Oggi Domani intente chiamare a raccolta gli “uomini di buona volontà”, preoccupati di dare una mano a quanti si propongono di evitare gli errori del passato, senza per questo dimenticare che una più attenta comprensione del “Veneto in ombra” illustrato da Guido Piovene, non significa ignorare il nuovo che avanza.

Peggio, dimenticare che dalla fine dell’ultimo conflitto ad oggi il Veneto ha in pratica cambiato faccia, lasciandosi alle spalle un’eredità di miseria e di stenti che aveva cadenzato da almeno un secolo il modo di vivere delle popolazioni residenti nella fascia montana, oppure nella bassa padovana e nel quasi “mitico” delta padano (chi voglia approfondire l’argomento si legga alcune puntuali inchieste, apparse or non è molto [al 1990, ndr], sul fenomeno dell’emigrazione).

Il nuovo che avanza

Ippolito_Nievo

Un autore del secolo scorso, Ippolito Nievo, ha spiegato nei suoi modi romantici che non si può dire di no alla storia in cammino.

Perciò al tempo che incalza, è segno d’intelligenza aprire la porta, cercando di mettere d’accordo i ritmi di ieri, più calmi ed arresi alla contemplazione, con quelli di oggi, più febbrili, tecnologicamente avanzati.

Si obietterà che tentare una conciliazione fra stili così opposti di pensiero e di vita, fra l’evocazione della raffinata eleganza del “buon tempo antico” e l’esaltazione della carica liberatoria che accompagna il futuro, non è impresa agevole nemmeno sul piano intellettuale.

È vero, ma il disegno di reperire un probabile punto d’incontro fra dimensioni operative così lontane è un traguardo per il quale è doveroso battersi, prima che sparisca il grande bene che si chiamava, e si spera continui a chiamarsi, “dolce, gentile, umano Veneto”.

Un paese di straordinaria bellezza…

Osservazioni a posteriori

febbraio 2022

Ci sembra interessante rileggere le osservazioni scritte decenni fa, perchè oltre ad acquisire l’informazione ‘storica’ possiamo fare un confronto con la situazione attuale, e giudicare cosa sia accaduto nel frattempo.

Stabilire se Cibotto -in questo caso- avesse ragione, o se le cose siano poi andate diversamente.

Velocità del cambiamento

Se nel 1990 a Cibotto sembrava che i cambiamenti avvenissero ad una velocità da togliere il fiato, cosa direbbe oggi, vedendo una velocità molto superiore? Perchè, chi è nato tra gli anni 60 e gli anni 80 del ‘900, può senz’altro confermare di aver visto tale velocità aumentare fino al ‘tempo reale’. I mutamenti avvengono letteralmente dall’oggi al domani.

I giornalisti alla TV, parlano di eventi accaduti 2-3 anni fa, come di cose lontanissime nel tempo.

Per chi leggerà queste righe negli anni a venire, raccontiamo che Amazon stà oggi facendo chiudere, progressivamente, la maggior parte dei negozi; che dalla Cina è arrivato un virus da pandemia globale; che pochi giorni fa la Russia di Putin ha invaso l’Ucraina, con conseguenze che iniziano solo ora a maniferstarsi. Alcuni veneti, anche tra quelli che conosciamo, stanno ospitando in casa propria i profughi ucraini.

Tutto cambia, e ci chiediamo cosa sostituirà Amazon nei prossimi anni.

Degrado ambientale e improvvisazione

Si parla di ‘ecologia’ dal 1986, circa. Quindi, nel 1990 erano solo 4 anni da che il problema si era posto all’attenzione.

Purtroppo, Cibotto è stato profeta non solo a livello veneto, e italiano, ma a livello globale. Da 10 anni si parla di cambiamento climatico, i cui effetti sono ormai frequenti. A Padova, la prima bomba d’acqua di quest’epoca, è avvenuta il 1 luglio 2005. Per ora, si stà ancora improvvisando.

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